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Renzo era già dentro la sala riunioni e stava intrattenendo i Fantino che, come lui, erano di Napoli. Ridevano. Era già un buon segno.
«Buongiorno a tutti!” esclamai entrando nella stanza.
«Dottoressa Flores buongiorno!” rispose Rosario Fantino venendomi incontro.
Rosario Fantino, figlio di Gerardo, il fondatore della Coffee International, giovane e rampante manager dell’azienda di famiglia, era molto simpatico, a differenza di suo padre che invece aveva un carattere tremendamente burbero.
«Signori, si è fatto piuttosto tardi e vorrei iniziare subito”. Appunto. Il burbero aveva parlato. Sistemai tutto per la presentazione, Renzo abbassò le luci e cominciammo.
Dopo circa due ore e mezzo, Gerardo Fantino aveva cambiato espressione. La linea tendente al basso della sua bocca si era raddrizzata e quasi tendeva a una specie di sorriso. Avevamo fatto centro. La campagna per promuovere la loro nuova linea di caffè aveva convinto tutti.
«Signori” ci apostrofò il patriarca della famiglia, «sono molto soddisfatto del vostro lavoro. Gli aspetti su cui concentrarci sono moltissimi. La concorrenza è spietata. Se dovesse trapelare qualcosa gli effetti sarebbero devastanti. E’ necessario il massimo riserbo. Sono sicuro che posso contare sulla vostra discrezione tuttavia sono persuaso dell’idea che sia necessario fare intervenire uno specialista.”.
Fece una pausa che oserei definire teatrale. Noi ci guardammo in faccia. Soffocai una risatina perché sembravamo piombati nel bel mezzo di un film di spionaggio. A Gerardo Fantino mancava solo un gatto bianco da accarezzare e sarebbe stato perfetto come “cattivo” in un film di James Bond.
«Uno specialista? Che tipo di specialista dottor Fantino?” chiese Renzo leggermente allarmato.
Fantino, senza neanche guardarlo, prese un sigaro dalla giacca, se lo accese e ci guardò uno per uno. Rosario divenne improvvisamente serio. Nessuno di noi capiva dove volesse andare a parare. Alla fine ruppe il silenzio.
“Signori, io mi fido di voi, sia ben chiaro, ma per realizzare la campagna promozionale sarà giocoforza che veniate a conoscenza dei più piccoli segreti industriali legati alla mia azienda.”.
Avevamo già fatto un giro degli stabilimenti e studiato tutte le fasi della produzione del caffè, quindi mi chiedevo quali fossero questi segreti vitali ai quali alludeva Fantino. Ero un po’ sconcertata.
“Intuisco il vostro sconcerto”, continuò il patriarca, “ma il nostro caffè è realmente speciale”. Altra pausa. “E tutto ciò, grazie ad una formula segreta che la mia famiglia si tramanda da almeno tre generazioni”.
Allora eravamo veramente dentro a un film di spionaggio!
“Capisco”, intervenni gentilmente, “quale industria non ha una formula segreta? Noi, se mai ne venissimo a conoscenza, sapremo serbare il segreto, ve lo garantisco..”
“Questo non è sufficiente!”, mi interruppe il burbero con un tono di voce leggermente alterato. Aspettai che continuasse.
“Voi non ne verrete mai a sapere niente, mai!”. E dicendo questo calcò la voce sul “mai”.
Qualche secondo di silenzio poi Renzo intervenne con cautela.
“Dottor Fantino, ve l’assicuro..” ma non poté finire la frase perché Fantino, come se Renzo non avesse mai aperto bocca proseguì.
“Sottolineo mai.” Ennesima pausa.
“Ho deciso di firmare il contratto con voi ma a una condizione”. Pausa drammatica. Io, Renzo e Camilla ci guardammo temendo di perdere il cliente più importante che avessimo mai avuto. Fantino sembrava assente. Aveva chiuso gli occhi e aspirava voluttuosamente il suo sigaro. Naturalmente eravamo tutti tesi. Il destino della nostra società pendeva pericolosamente dalle labbra di quel poco simpatico e umorale signore insieme al suo puzzolente sigaro.
Dopo alcuni secondi che ci parvero eterni, Fantino riaprì gli occhi.
“Sarete costantemente affiancati da un mio uomo di fiducia che farà in modo che la formula rimanga come deve essere. Segreta.”
“Lo specialista..”, si lasciò sfuggire Renzo.

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