PUNTATE PRECEDENTI

«Non c’è!»
«Strano» disse Rosalba, entrando nella stanza, «eppure mi sembrava di averla vista proprio lì. Uhm… forse mi sbaglio… vediamo.»
La domestica si avvicinò alla scrivania per guardare nei cassetti quando la sua attenzione fu attratta dai libri che Leni aveva portato con sé per le sue ricerche. Ebbe un piccolo sobbalzo.
«Oddio, signorina, non avrà mica intenzione di andare a vedere tutti questi brutti posti?» esclamò.
«Certo» le rispose con sicurezza Leni, «perché, non dovrei?»
«No signorina, non vada, non vada, quelli sono luoghi sfortunati, sa? Portano molto male!» e Rosalba sigillò le sue parole con un segno della croce.
«Le dirò…» iniziò a sussurrare Rosalba nell’orecchio di Leni guardandosi intorno guardinga, «…anche questa casa è abitata dagli spiriti!»
E via con altri due altri segni della croce uno dietro l’altro.
«Ros, non crederà mica a queste stupidaggini, vero?»
«Non sono stupidaggini signorina, mi creda! A volte ho come la spiacevole impressione di essere osservata mentre sono qui.» Rosalba ormai sussurrava. «In passato anche altri ospiti li hanno sentiti e il professor Messina, che ha abitato qui per quattro anni, anche se non l’ha mai voluto ammettere, alla fine è scappato. Letteralmente scappato!»
Intanto, i fantasmi di casa erano comodamente seduti in ogni angolo della camera e si gustavano la conversazione tra Leni e Rosalba. Erano sempre eccitati quando qualcuno dell’altra parte parlava di loro.
Bepi rideva a crepapelle ricordando il professore che era stato la vittima preferita dei suoi scherzi.
«Hai fatto scappare quel povero professore Bepi. A momenti gli prendeva una sincope e te lo saresti trovato qui per sempre!» osservò con aria di rimprovero Malvina.
«Scampato pericolo! Se l’è data a gambe il barbogio!» concluse Bepi.
«Se vogliamo andare d’accordo, Ros» le disse Leni divertita, «non parliamo mai più di queste sciocchezze. Sono solo superstizioni e io sono venuta qui a Venezia per dimostrare che tutte quelle storie sui fantasmi che infestano le ville veneziane non sono altro che invenzioni prive di qualsiasi fondamento. I fantasmi semplicemente non esistono. Punto.»
Leni sembrava molto convinta delle sue idee e Rosalba non osò contraddirla. Si limitò a borbottare qualcosa e a scuotere il capo.
«Quindi, noi non esistiamo? È la più grande sciocchezza che abbia mai sentito!»
Malvina si era quasi offesa alle parole di Leni.
«Penso che si meriti una bella lezione!» esclamò Bepi scambiandosi uno sguardo di intesa con gli altri fantasmi che, ad eccezione di Casanova, cominciarono a fluttuare per la stanza cercando di canalizzare la loro energia per far muovere gli oggetti.
Niente si mosse.
«Ma com’è possibile? Riproviamo, avanti!»
Adriano era sbalordito. Anche il secondo tentativo non ebbe alcun successo. Generalmente il risultato era ben diverso. Mobili che scricchiolavano, soprammobili che volavano per la stanza, urla, rumori vari. E invece, con Leni, i loro poteri sembravano non avere alcun effetto.
«Non capisco perché» sussurrò Malvina.
«La forza delle convinzioni» disse, pensieroso, Casanova.
Tutti si girarono verso di lui.
«Le sue profonde convinzioni, i suoi pensieri, generano una tale quantità di energia che crea uno scudo protettivo che vanifica la nostra. In poche parole, questa splendida fanciulla è realmente, profondamente e fermamente convinta di quello che afferma. In lei non c’è dubbio alcuno, per lei, noi non esistiamo affatto.»
«È stupefacente, non era mai accaduto.»
Malvina era sinceramente stupita e anche un po’ delusa al pensiero che non avrebbero avuto neanche il minimo divertimento con la nuova arrivata.
«Ros, io esco, grazie di tutto, ci vediamo domani mattina.»
Leni prese le sue cose e, dopo aver dato un’ultima occhiata per assicurarsi di non aver dimenticato niente, uscì di casa seguita da Casanova che, suo malgrado, non riusciva a starle lontano.

PROSSIMA PUNTATA

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